Formazione

Weah: in Italia-Africa si vince o si perde tutt’e due

Candidato alle elezioni di ottobre in Liberia, il campione espone il proprio programma."Sono l’uomo giusto. Ecco perché" (di Pablo Trincia).

di Redazione

«Signor Weah, ci concederebbe un?intervista?». Un gruppo di giornalisti africani si avvicina timidamente, col fiato sospeso e il taccuino in mano. «Certo, chiedetemi quello che volete», risponde lui, e quelli non se lo fanno ripetere. «Cosa farà per la Liberia?». «Promette tanto ma, una volta eletto, si farà gli affari suoi come tutti gli altri?». «Che ne pensa della sconfitta del Milan in Champions?», «Chi vincerà la prossima Coppa d?Africa?», «Non ha paura che qualcuno a Monrovia cerchi di ucciderla?», «Qual è l?importanza di una manifestazione come Italia Africa?». George risponde in francese ai cronisti di Senegal, Camerun e Costa d?Avorio, in inglese a quello sudafricano, in italiano alla donna venuta dalla Somalia. Affabile e disinvolto, finite le interviste si ferma a chiacchierare con curiosi e ammiratori. Si aprono discussioni e dibattiti, si tirano fuori idee, si scuote la testa. E per qualche istante la splendida terrazza del Campidoglio, dove Weah ha letto il suo intervento, si anima dell?atmosfera di un villaggio africano. «Incontri come questi sono importanti per una terra dimenticata come l?Africa», dice l?ex calciatore liberiano del Milan, squadra in cui ha lasciato ottimi ricordi nella seconda metà degli anni 90: gol, prodezze, scudetti. Ora, però, davanti a sé non ha solo qualche difensore impaurito, bensì 40 candidati alla presidenza della Liberia e un Paese poverissimo, appena uscito da una lunga guerra civile. Il sindaco Walter Veltroni l?ha voluto a Roma affinché raccontasse a tutti come sogna di ricostruire la Liberia. «Un Paese in cui regni la pace e la tolleranza, dove i bambini non siano più costretti a imbracciare i fucili, dove tornino le linee telefoniche e l?acqua e si ripristinino le vie di comunicazione. E poi è necessario che la comunità internazionale s?interessi un po? di più a noi. Per questo spero che al prossimo G8 si proponga qualcosa di concreto per l?Africa e gli africani». «Ma lei è davvero convinto di poter essere utile al suo Paese?», gli chiede qualcuno. «Credo proprio di sì», risponde lui. «Abbiamo ottime chances di vincere, anche se la campagna elettorale non comincerà che a settembre, in vista delle elezioni un mese dopo. Ma avrò bisogno di aiuto da parte delle organizzazioni internazionali. L?Unicef, per esempio, deve impegnarsi a far sì che i programmi di disarmo e di reintegro degli ex bambini soldato vadano a buon fine. Da noi è pieno di ragazzi che dopo la fine della guerra non sanno più che fare. Restituiscono i fucili, si aspettano di andare a scuola, ma non ci sono soldi. È naturale che a questo punto che tornino ad arruolarsi». A pochi passi da lui c?è Girma Wolde-Giorgis, il vecchio presidente dell?Etiopia. Weah si alza, gli stringe la mano, ma poi preferisce tornare alle sue chiacchiere con un?immigrata liberiana, un funzionario della municipalità di Nairobi e un fan senegalese, con i quali è impegnato in una discussione: meglio la gente comune ai convenevoli della diplomazia. «Io voglio rappresentare il popolo», spiega, «l?Africa ha bisogno di questo. Di leader che lo stiano a sentire, che vogliano il suo bene, non il loro. Dopo anni di dittature e corruzione, di signori della guerra e morti, la Liberia vuole un presidente che si prenda cura di lei, non di uno che ne infanga il nome». Per le strade di Roma la gente si ferma incredula, Weah sorride e saluta. «Questa di Italia Africa è una grande iniziativa, che porta l?Africa a casa vostra, affinché sappiate cosa succede da noi. Le notizie non arrivano, o sono trattate male. E lo stesso accade con gli aiuti e i programmi di sviluppo. Tante belle parole, ma poi la maggior parte dei soldi è usata per gli stipendi. Io sono stato a lungo in Italia e posso confermare che siete generosi. Spero che ora lo diventiate anche con l?Africa». Invitato speciale E George urlò dal palco George Weah è stato uno degli invitati speciali della seconda edizione di Italia Africa, la manifestazione promossa il 28 maggio dal Comune di Roma per portare all?attenzione del nostro Paese le problematiche del continente nero. L?ex calciatore del Milan, candidato alle presidenziali del prossimo ottobre nella sua Liberia, è intervenuto alla conferenza di apertura della manifestazione in Campidoglio e all?incontro con i responsabili dell?Unicef. Weah ha anche lanciato un appello dal palco allestito per il concerto che si è tenuto in piazza del Popolo: «Non dimenticatevi dell’Africa».


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